Fabbriche Meccaniche e Fabbriche Universitarie

Le Fabbriche Universitarie costruiscono cervelli, danno loro una forma, un credo, una professione, ad esempio, costruiscono cervelli cristiani, cervelli buddisti, cervelli filosofici, ingegneristici,  machiavellici, scientifici, tecnici, ecc.

Ora, queste fabbriche, le Fabbriche Universitarie, fanno credere ai cervelli che esse stesse costruiscono, di essere diventati, una volta addottorati, questo e quest’altro. Infatti, è così. Molte di queste macchine cerebrali create dalle Fabbriche Universitarie, si identificano con le professioni che svolgono diventando così dei salauds (stronzi) sartriani secondo il concetto di mauvaise foi (cattiva fede).

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La religione, la scienza e l’uragano Sandy

Prendiamo, come esempio, ciò che sta succedendo in questi giorni in America, prendiamo l’uragano Sandy.

A riconoscere la sua formazione, la sua furia distruttiva e cercare di prevedere ed evitare le nefaste conseguenze sulla popolazione, è stata la scienza, la scienza meteorologica. E così, grazie ad essa, se i morti, invece di essere moltissimi, forse milioni, si sono ridotti a solo 60/70 vittime.

Adesso facciamo un paragone con la religione. Cosa avrebbe fatto questa di fronte all’uragano Sandy che si è abbattuto sulla popolazione (la religione non vede e non prevede le conseguenze dei disastri naturali). Si sarebbe limitata ad incitare la popolazione a invocare Dio per salvarla e per calmare la furia dell’uragano Sandy, ecco cosa avrebbe fatto la religione di fronte a questa forza distruttrice. Ma, la religione, avrebbe potuto fermare l’uragano Sandy con preghiere e messe?

Lettore, datti una “tua” risposta!

 

 

I Lager moderni

Succede, e non di rado, di amare chi non ci ama, chi ci sprezza, chi abusa di noi; succede, e non di rado, di essere amati, ma di non amare chi ci ama; ma soprattutto succede di sviluppare una sorta di “incosciente coscienziosità” nei nostri doveri di cittadini verso coloro che ci sfruttano e ci umiliano ma non ci amano.

Vorrei, dunque, vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire, e gli sarei molto grato, come si può rispettare, come si può obbedire, addirittura ad essere pronti a morire per coloro, proprio per coloro che ci rendono la vita un inferno? Vorrei anche, se non è chiedere troppo, che qualcuno mi aiutasse a capire come si può porgere l’altra guancia ai propri boia? Insomma, noi esseri umani, come abbiamo fatto ad arrivare a questo vergognoso, cieco e infame condizionamento sociale?

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Il mondo dei viaggi di Adolfo Marconetto

È vasto, è bello, è intrepido e pieno di paesaggi internazionali. Apri gli occhi su un’infinità di luoghi fantastici. Infatti nulla sfugge alla piccola macchina fotografica di Adolfo. Come ad uno scienziato non sfugge nulla dell’oggetto dei suoi studi una volta messo a fuoco sotto il mirino del microscopio, così la sua abilità e professionalità, una volta arrivato in un paese, città, luogo, lo porta quasi istintivamente a fotografare le cose storiche e naturali più importanti.

E non solo.

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Il contratto sociale

Questo non è stato elaborato umanamente e democraticamente, anche se i filosofi al servizio dei signori che governano, si sforzano nel confermarlo. Non è così. Il contratto sociale che il popolo conosce, intendo il popolo lavoratore, è stato escogitato dagli ingordi e per gli ingordi.

Infatti, il risultato di questo contratto escogitato dagli ingordi e per gli ingordi è stato, lungo tutta la storia, un flagello: un monumento alla gloria dell’ingordigia.

What a fabulous masterpiece is the social contract created by man!

Dio è morto

È quello che dice Nietzsche?

Sì, è quello che dice Nietzsche, il filosofo tedesco.

Dal suo punto di vista Dio è morto, e dal tuo punto di vista?

Io la vedo diversamente.

Cioè?

Intanto per morire uno deve prima nascere, e questo vale per Dio e per l’uomo o qualsiasi altra specie, pianta, roccia, pianeta, stella o quel che sia. Se le cose stanno così, il detto di Nietzsche Dio è morto, è errato.

Spiegati meglio.

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Armi o non armi

In America le armi sono ammesse dalla Costituzione. Infatti, nessun presidente americano, eccetto forse Clinton, ha mai osato toccare il diritto degli americani a possedere delle armi. Ma perché? Perché essendo lo Stato stesso armato fino ai denti, si è pensato ch’era giusto che i cittadini possedessero anche loro qualche arma come autodifesa.

Una spiegazione banale? Può darsi, ma intanto i signori cowboy possono andarsene in giro a fare bum bum bum!

Pensa lettore, pensa se in Italia, un paese politicamente corrotto e corruttore a tutti gli effetti, pensa cosa succederebbe se si permettesse ai cittadini di poter comprare e usare le armi?

E pensa anche, perché no, a quanti passi riuscirebbero a fare i nostri amatissimissimi signori padroni, prima di fracassarsi a terra con un milione di proiettili tutti belli incastonati nel corpo!

Ah, l’amore, l’amore, il grande amore che il nostro popolo prova per i suoi governanti è proverbiale, è storico, è ineguagliabile!

Evviva, è iniziata la pizza Santoro!

Infatti, ieri sera, alle ore 21.10, su La7, puntuale come un orologio svizzero, è iniziato Servizio Pubblico di Michele Santoro. Quindi, se fino adesso, cioè dal break estivo della sua famosissima trasmissione fino a questo momento c’era stata una moderata esibizione politica sulle tivù, d’ora in poi, come in Ballarò, Santoro schiafferà i politici più furbacchioni del paese sul palcoscenico nazionale ad esibirsi alla grande. Perciò, ci saranno d’ora innanzi e per tutta la stagione santoriana, un fracco di signori politici che andranno correndo da lui a dare spettacolo ed esibirsi di fronte al popolino attaccato alla televisione e col fiato sospeso.

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Come un fiocco di neve

Qualcuno prima o poi deve pur dirlo. Dire cosa? Che l’Italia non ha cultura. Lo so, dire questo può sembrare una bestemmia, una bestialità, un’assurdità unica. Tutto quello che si vuole. Però, poi, se per un momento, per un solo momento mollassimo questo determinismo nazionalistico e ci mettessimo a guardare “i fatti”, non per come noi li vogliamo vedere, ma per come essi sono, ci accorgeremmo subito che la proposizione “l’Italia non ha cultura” non è poi tanto brutale.

Intanto bisognerebbe intendersi sulla definizione di cultura. E questo, ovvio, non è facile. Comunque, se per cultura s’intende una filosofia nazionale, l’Italia non ce l’ha, non è stata all’altezza, in millenni di storia, di creare un filosofo all’inglese, alla francese, ecc.; se poi per cultura s’intende corruzione elevata alla massima potenza, machiavellismo, fondamentalismo religioso, fascismo, tangentopolismo, berlusconismo, buffonismo, bigottismo, stato predatore che più predatore non si può, mafia, nonsenso, bla bla, allora l’Italia è sicuramente un paese super acculturato.

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Ogni popolo ha i governanti che si merita?

Ma è vero? È proprio così? Ne siamo certi? Al cento per cento? E chi l’ha detto? Se io padre padrone decido, per partito preso e con ferrea volontà di fare quello che voglio del mio ultimo figlio, cioè di farne in senso negativo l’ultimo della famiglia, l’ultimo dei fratelli, l’ultimo del casato, l’ultimo in tutto, non ci riuscirei? Vorrei proprio vedere!?

Non era forse John B. Watson, uno dei padri del comportamentismo, che diceva “Datemi dodici neonati di dodici paesi diversi e io farò di loro ciò che volete voi?”

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L’abc dell’esistere

Si nasce e non si sa perché si nasce

Si cresce e non si sa perché si cresce

Si vive e non si sa perché si vive

Si prende coscienza, se si prende coscienza, di cosa si è e di cosa si fa

Infine si muore e non si sa perché si muore

Ecco l’abc dell’esistere.

Tu hai un’altra versione, lettore?

 

La bestialità del vivere

In un modo o in un altro, la bestialità del vivere ha sempre dominato nella società. Tutti i sentimenti nati in questa barbarie organizzata in cui sguazziamo, si sono cristallizzati nel modo più inumano lungo secoli di storia. I ricchi, i lupi a due zampe (quelli a quattro zampe sono cento volte migliori di quelli a due zampe) come io li definisco, con l’inganno e con la violenza, sono riusciti sempre a sopraffare gli innocenti e le pecore.

In natura non c’è ingiustizia. La iena che sbrana la gazzella non si comporta da ingiusta, agisce come la natura l’ha fatta, e questo esempio, per chi vuol capire, vale per tutto il regno animale, incluso quello vegetale. Invece, l’ingiustizia di cui parliamo qui, questa è stata creata dall’uomo, la bestia delle bestie.

Non si accetta, non liberamente, in modo naturale, spontaneo, che un uomo prenda 31.411 euro al mese di pensione (il politico Giuliano Amato, tanto per fare un nome) e un altro, dello stesso paese e con tutte le carte in regola, ne prenda solo 255! Questo non è scritto in natura, non è scritto nel Dna; questo è scritto solo e solo nella cultura, una cultura discriminante, irragionevole, anti-democratica: quella in cui viviamo.

Pensa, lettore, pensa che meraviglia quando uno scopre che vive in questa delizia democratica!

La sbobba mentale

Partiamo così, partiamo dicendo che tutti i film western, tutti i thriller, tutti i film stile il signore degli anelli, gli harry potter; tutti i film alla james bond, alla montalbano, tutti i film detective; in short, tutti i film dati in prima serata tivù per delle infami ragioni, cioè come sbobba mentale al popolo, hanno un effetto catartico, liberatorio: liberano dall’odio, dalla rabbia, dalla violenza accumulata e repressa nella società bestiale in cui viviamo, e liberano per la semplice ragione che in questo genere di film spazzatura i “colpevoli” vengono sempre disprezzati, avversati, puniti, cosa questa che non succede nella realtà, dove poco importa quanto i cattivi sono cattivi.

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I signori al potere, e da sempre, gridano fiction fiction fiction!

Ma perché, poi, te lo sei mai chiesto lettore, perché poi i signori al potere, e questo da quando il mondo è mondo, vogliono sempre che gli artisti si esprimano in chiave fiction, in chiave fantastica, immaginaria, che non ha nulla a che vedere con la “vera realtà”, quella della politica, perché?

Te la sei mai fatta questa domanda, lettore? No? Bene, te lo dico io, in nuce, il perché. Perché solo questo, il mondo del fantastico, il mondo della fiction, il mondo dove si può tutto dire e tutto inventare, solo questo mondo nasconde alla perfezione la “vera realtà”, la realtà delle cose che ci percuote il viso come una frusta giorno dopo giorno e noi, noi che facciamo parte del popolo, non la vediamo e non la sentiamo neppure!

Grande, vero?

E perché poi fanno questo i signori al potere? Perché la realtà che essi rappresentano è l’ingiustizia sociale, è l’imbroglio sociale. In altre parole, è l’avarizia, la discriminazione, l’immoralità, l’iniquità, la bestialità, il dispotismo, l’egoismo, lo sfruttamento, lo schiavismo, è questa la realtà, la “vera realtà”, che i signori al potere rappresentano in tutto e per tutto, non desiderano, assolutamente non desiderano che venga alla conoscenza di tutti, soprattutto non alla conoscenza del popolo, del popolo lavoratore, quello che gli mantiene tutto quello che hanno a sbafo. Questo, il popolino, deve sguazzare nell’oscurantismo mentale e nello schiavismo fisico vita natural durante!

La realtà, allora, la vera realtà, non dev’essere svelata, portata alla conoscenza di tutti e, per evitare questo, bisogna mistificarla, nasconderla con ogni trucco della mente, e per far ciò bisogna inventarsi qualcosa, qualunque cosa.

Ecco, allora, l’invenzione artistica, ecco arrivare l’arte, quella che tutto capovolge, tutto fa e disfa, addirittura trasforma gli assassini in raffinati gentiluomini e gli innocenti in vili e beceri criminali.

La fiction è lì, dunque, proprio per questo, per nascondere, esorcizzare, seppellire sotto una valanga di illusioni, di speranze, di inganni, di frodi, di immagini soprannaturali e, per farlo, i signori al potere, i raffinati gentiluomini, dato che loro non sono all’altezza, il loro vero mestiere invero è rubare e tagliare teste, perciò si rivolgono a quelli che hanno fantasia e immaginazione: gli artisti.

Questi, gli artisti, chi per un pezzo di pane, chi per ignoranza, chi per vanità, chi per ambizioni, chi per viltà, sublimizzano l’orrore e la cacofonia sociale nelle loro opere fantastiche, opere fiction, opere che trasfigurano la realtà e parlano di tutto eccetto che dell’inferno in cui viviamo (sempre, ovvio, con delle eccezioni).

Tanto per capirci, ne “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, i cattivi in realtà sono i buoni e i buoni i cattivi. Meglio: Aragorn e Gandalf, i buoni; e Saruman e Gollum, i cattivi, questi personaggi, se li portassimo nella nostra realtà sociale, diventerebbero proprio l’opposto di quello che sono nel racconto di Tolkien. Detto più chiaramente, Gandalf potrebbe essere Pio XII, il papa nazi-fascista, e Aragorn Hitler; mentre Saruman De Gaulle e Gollum Churchill.

La fiction, i signori, gli artisti, che meraviglia!

 

 

La giungla sociale

La differenza fra la “giungla naturale” e la “giungla sociale” è che la prima è nata così, a caso, in modo naturale; la seconda è artefatta, cioè è stata costruita pezzo a pezzo dalla mente dell’uomo, una mente dominata dall’egoismo, dal volere tutto per sé.

Tra la giungla naturale e la giungla sociale c’è dunque una bella differenza. Nella prima si uccide, se si uccide o si viene uccisi, per ragioni istintuali, di sopravvivenza; nella seconda, la giungla sociale, si uccide anche per ragioni istintive, di sopravvivenza, ma soprattutto si uccide per odio, per rubare, per eredità, per umiliare, per semplici cretinate e assurdità, per sadismo, per vendetta, per accrescere ricchezze e poteri.

Nella giungla sociale la menzogna trionfa e la verità è sconfitta; nella giungla naturale tutto si svolge sotto la luce del sole; nella prima regna l’orrore: i soggetti sono consapevoli della loro condizione, finitudine; nella seconda, per dirla con Nietzsche, regna l’innocenza del divenire.

Ah, quante cretinate, bugie, nonsenso ci hanno insegnato a scuola!

Io, un pessimista?

E chi l’ha mai detto? Per nulla. Non mi vedo in questa veste. Certo, c’è un pessimismo della ragione: se le cose stanno così e così, allora stanno così e così, quindi si è negativi. Se la politica italiana è marcia dalla testa ai piedi e dai piedi alla testa e se uno associa questa realtà al pessimismo, allora la ragione lo conferma: la politica italiana è marcia dalla testa ai piedi e dai piedi alla testa, punto e a capo.

Sia chiaro, per me il bicchiere non è né mezzo pieno né mezzo vuoto, è quello che è: mezzo pieno. Questo si chiama, non ottimismo e tanto meno pessimismo, si chiama realismo: io sono un realista.

Per natura sono solare, ottimista and I have a good sense of humour. Mi piace mangiare, bere, divertirmi, andare in montagna, in vacanza; adoro la natura, gli animali, le piante, insomma, mi piace vivere. È un male? Non per me.

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Il test per diventare una grande attrice hollywoodiana è:

Ammore ammore

Ammore ammore

E ancora ammore ammore.

Infatti, oggi, una donna, per diventare una grande attrice hollywoodiana, una vera attrice, una vera star, stimata e amata in tutto il mondo, non deve più aver fatto dei bei film, delle buone recitazioni, vinto degli oscar, not at all, affatto, deve invece aver solo scopato e sposato tutti i maschi attori hollywoodiani, tutti, nessuno escluso. Ecco il test, ecco come si diventa celebri in questo stimatissimo e famosissimo ambiente.

Hollywood, che magnifico troiaio!

 

Il disagio è ormai insostenibile

Lo so, lo so fino alla nausea. È brutto alzarsi il mattino e iniziare a vomitare a destra e a manca. Ma cos’altro posso farci se mi prende la nausea, se mi viene da vomitare? Se uno si alza in un campo di concentramento e questo, una volta sveglio, una volta che ha preso coscienza del paesaggio che lo circonda, lo fa vomitare, cosa può farci? Lo stesso succede a me.

L’altro dì, ad esempio, ho vomitato tutto il giorno, poi anche la sera, dunque, durante la notte. La nuova ladroneria romana mi ha creato questo sconforto. Ormai vomito e basta. It’s enough che ascolto qualcosa dei tigi del Bel Paese e patatrac! Un’ora fa ho vomitato sul vestito d’un tipo dal giornalaio. Ho dovuto pagargli la lavanderia. Ieri mattina per poco non ho vomitato su un altro. A casa non so più dove mettere i piedi.

No, non ce la faccio più. Le notizie, queste infamie e bestemmie acustiche, giorno dopo giorno, così cariche d’insulti, di scempiaggini, di schifo, di obbrobrio sociale, causano in me questa indisposizione fisica come il campo di concentramento la causa ad un prigioniero.

Certo potrei smettere di ascoltarle, ma non ce la faccio. Come un prigioniero in un campo di concentramento può ignorare dove si trova? Così io. È inutile, le ho provate tutte. In quest’ultimo tempo do la colpa al mio sistema biologico. È tutta una questione di stomaco. Il mio è fragile. Ormai basta poco, pochissimo per mandarlo in tilt.

Le ambizioni sbagliate

Mister Monti non smette mai di dire che lui è senatore a vita e senatore a vita e senatore a vita e senatore a vita. E va beh, l’abbiamo capito, lo sappiamo, non è necessario che ce lo ricordi sempre: Giorgio Napolitano l’ha fatto senatur, però non il popolo!

Un’altra cosa che dice sempre il senatur è che per lui il signor Berlusconi, se vuole può presentarsi alle elezioni politiche. Ecco le sue parole:  “Non posso assicurare che Berlusconi decida di correre, ma sarebbe normale”. Questo “sarebbe normale” mi puzza e mi puzza per diversi motivi.

Conosciamo il nostro pollo, quindi sappiamo, e lo sa anche Monti, conosciamo i disastri che combinerebbe questo individuo se per disgrazia, dico per disgrazia, quelli che non hanno ancora scoperto da che parte sta il culo e da che parte sta la vagina, se per disgrazia questi yahoos lo mandassero di nuovo al potere. Detto più chiaramente e in poche parole, sarebbe la fine del Paese delle meraviglie.

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James Bond

La 194esima scimmia del paese di Darwin, James Bond, non conosce limiti nel campo dell’assurdo e dell’irreale. Ne fa di tutti i colori. La sua licenza di uccidere glielo permette. Non per nulla è un suddito della regina, di colei per cui il popolino corre per le strade alla cieca e a rotta di collo gridando “God save the Queen! God save the Queen! God save the Queen!” intendendo con questo e senza neppure saperlo: God kill the people, cioè Dio uccide il popolino! Una logica questa tutta inglese. Che se la tengano!

L’altra sera, su Rai3, nel film “Casino Royale”, James era entrato in azione sin dall’inizio. Si era messo a correre e volare da una gru all’altra, da un’impalcatura all’altra, volava e basta, dietro un povero negro che comunque, come attore e come uomo, era cento volte meglio di lui. Infine, però, e si sapeva già, James, il Jamesino Bondino, colui che ha la licenza di uccidere per la sua Queen, l’ha acciuffato, ha vinto lui, ha vinto il Bondino. Grande!

Questa scena a me è bastata. Insomma, come dire, mi sono proprio rotto di tanta arte, un’arte infarcita ad arte per prendere per i fondelli le persone nelle loro case. Niente, ho spento la tivù, ho preso in mano un romanzo e ho letto 3 capitoli: che differenza!

 

La viltà delle scimmie moderne

Cretine! Vigliacche! Carne per lupi! Disonore della vecchia razza monkey! Regresso storico! Pidocchiose! Ma insomma, insomma, volete smetterla, smetterla una volta per tutte di arrampicarvi sugli alberi, sui campanili, sulle gru, sui pali della luce, sui tetti come delle imbecilli, come delle babbuine, come dei clown, come delle minorate mentali? Volete smetterla una volta per tutte di rendervi ridicole, sciocche, stolte?

Smettetela di chiedere ai lupi ciò che è vostro e andate voi stesse a prendervelo, di persona, con le vostre proprie mani! Perché, cosa aspettate, what are you waiting for? Cosa aspettate, vili creature? Volete proprio rimanere sempre femminucce impaurite e piagnucolose? Perché, invece di dare questo ignobile spettacolo al mondo, perché non fate uso di bastoni? Solo questi vi aiuteranno a difendervi dai lupi, da quelli che vi sbranano giorno dopo giorno e non si stuferanno mai di farlo! Unicamente i bastoni, le mani, solo questi vi permetteranno di ottenere qualcosa! Only these and nothing else! Il resto, le arrampicate, il bla bla, i pianti, lo schifo, è solo vomito e un’imperdonabile perdita di tempo.

E poi, ancora e ancora, di cosa avete paura, deficienti? È tutto vostro! Non l’avete ancora capito? Non avete ancora capito che dovete solo difendere ciò che vi appartiene, ciò che è vostro, ciò che è stato costruito e creato col vostro sudore e col vostro sangue? E allora, se non avete ancora capito questo, è meglio che spariate. Al diavolo!

Dio e la scienza

L’esistenza o la non esistenza di Dio la può dimostrare solo e solo la scienza, perché è l’unica che ha i mezzi, anche se limitati, anche se ancora primitivi, ancora poco credibili, ma è comunque lei, la scienza, l’unica, l’unica in assoluto che può dire se Dio esiste o non esiste e, per la scienza, Dio non esiste.

La ghigliottina

Anche la ghigliottina, non quella che entrò in azione durante la Rivoluzione Francese del 1789, assolutamente non questa. Avere la testa mozzata da questa purificatissima e rispettosissima lady è un lusso e un onore a livello mondiale. Infatti, non tutti possono avere questa privilegiatissima e dignitosissima fine.

La ghigliottina che io ho in mente, invece, è la più sporca, moralmente sudicia, indegna e schifosa del sistema solare e, nonostante ciò, al cento per cento, sicurissimissimamente, anch’essa si rifiuterebbe di tagliare la testa  a certa gente del Paese delle meraviglie che, solo a pensarla, amico mio, solo a pensare a questa luridissima gente, non mangi, non bevi e non dormi più almeno per un mese e avrai degli incubi per il resto della tua vita!

La nostra, che stomachevole realtà!

 

Una risposta amichevole a Lu Surace

Concerning la questione politica siamo d’accordo: consci o inconsci, culturalmente parlando (nel Dna non c’è né impronta ideologica né politica), ci portiamo tutti dentro una certa “politica sociale” oppure “un’impronta politico-ideologica”, come la chiami tu.

Per quello che riguarda la tua “associazione politica”, sempre se ne hai una, io non la conosco, quindi non mi posso esprimere a riguardo. Ho solo dedotto in quello che ho scritto ieri, e l’ho fatto seguendo i tuoi post su facebook, che il sito GC avrebbe potuto avere un flirt con la politica. Se non è così, me ne scuso.

Per quello che concerne, invece, la tua associazione, e per me è l’UAER, è un’associazione dignitosissima (non per nulla vi ho pubblicato anch’io degli articoli), che svolge un lavoro di diboscamento della mente e di emancipazione sociale di prim’ordine in un paese infestato di superstizione, di oscurantismo e di confusione mentale. Perciò, ad una associazione come l’UAER io do il “Welcome!”

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La Gioconda

Faccio fatica a crederci. Non ci riesco, ecco tutto. Devo proprio essere fuori di senno. I can’t understand, voilà. E non mi ritengo un superficiale e neppure un imbecille. Insomma, non capisco. Ma cosa non capisco?

Non capisco perché tutto questo chiasso oggigiorno sulla Gioconda, cioè per questo pezzo di tela vecchia, questo feticcio storico che, per conto mio, è di nessun valore.

Lo si vede, non faccio parte della banda che si sintonizza nonostante la mostruosa cacofonia che rappresenta. Sono contro corrente e non poco. È la mia natura. Non abbocco e tanto meno ho rispetto per cose che valgono meno d’un piatto di minestra.

Infatti, per uno che ha fame, tra la Gioconda e una minestra, la prima non ha chance; per un primitivo, tra la Gioconda e un qualunque rudere, non c’è differenza; per la natura è un artefatto, un aborto; per il sottoscritto la Gioconda è un oggetto portatore di falsi valori.

Ancora per il sottoscritto. Se trovassi questo pezzo di tela vecchia in un mondezzaio e lo riconoscessi, lo lascerei lì senza nessun rimpianto, e senza pensare che almeno avrei potuto venderlo e prendere una barca di soldi. Affatto. Mi sentirei invece subito meglio. Come dire, mi sarei liberato da futuri inquinamenti storici, acustici e mentali.

Sia chiaro, non ho niente contro l’arte, mi sta solo sul culo come questa viene pubblicizzata per veicolare valori nocivi, valori che nascondono miseria, fango storico, l’ignominia che esiste tra una classe e l’altra, l’intollerabile discriminazione tra i bipedi.

L’arte è politica, l’arte è guerra, l’arte è al servizio dei tiranni, l’arte è ingiustizia, l’arte mente e sa di mentire, l’arte fa parte d’una storia triste, molto triste. L’arte riesce a deviare il pensiero dai veri problemi sociali; l’arte si schiera con quelli che tengono il coltello insanguinato dalla parte del manico e con quelli che governano il mondo con lo stomaco. In due parole, l’arte batte il tam tam a quelli che stanno portando il pianeta alla rovina!

Non è la mia arte questa!

Non ho niente contro Leonardo. Tutt’altro. Sono convinto che se fosse ancora in vita si sarebbe ribellato di tutto lo schifo che hanno creato i posteri sulla sua Gioconda. E adesso si è anche scoperto, dopo secoli e secoli, che non c’è più una sola Gioconda, ma milioni di Gioconde. Su, dai, cazzo!

Ma quando, quando, quando questo cancro di mondo in cui viviamo sparirà definitivamente e radicalmente dalla storia e dalla mente?

Al presidente dell’UAER, Lu Surace

Ciao Lu! Tutto ok?

Non ho più scritto sul sito UAER e sul sito GC quando ho capito che quest’ultimo era un sito politico. Sono vissuto all’estero per tantissimi anni e certe cose del nostro paese mi sfuggono. Mi scuso. Comunque, non faccio politica io, mai fatta.

I know and you know che è tutto politica, l’aria stessa che respiriamo è impregnata di politica. Bene, se uno si sente questa vocazione dentro, e prescindiamo dal suo colore, è giusto che la tiri fuori ed è giusto che faccia quello per cui si sente destinato, ma che lo faccia con argomenti persuasivi, dignitosi e democratici. Sono questi, e sto parlando in linea generale, che più si addicono al genere umano.

Io sono un libero pensatore. Comunque, se fossi costretto ad abbracciare una politica, la mia sarebbe una politica libertaria.

Niente di personale, allora, solo idee e punti di vista diversi.

Auguri e buon lavoro

francis

 

Occhio ai fascisti! (2)

C’è gente che ha un discorso razionale, ragionevole, logico, coerente, della corrispondenza dei fatti, del buon senso, del buon gusto, del buon vivere; un discorso intersoggettivo, scientifico, tecnico, matematico, democratico, solidale, umano; e c’è gente che non ce l’ha. Questa, e non importa se ha o non ha un colore politico, un credo o quel che sia, è gente che è incapace di produrre un discorso logico, lineare, razionale. Le ragioni? Sono tante, mancanza d’educazione, problemi mentali, problemi sociali, si nasce bassi invece che alti. Queste persone, anche se non ci identifichiamo con loro, possiamo però capirle.

C’è gente, però, che nonostante non sia all’altezza di produrre un ragionamento lineare, umano, razionale, sano, nonostante ciò, vuol farci credere che il rosso è bianco e il bianco è rosso. Ecco spuntare i veri fascisti!

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Fascisti non si nasce, si diventa (1)

Se fascisti non si nasce, chi crea allora i fascisti?

Bella domanda. La risposta è: li crea il sistema sociale in cui nascono e vivono. I fascisti, ovvio, non nascono fascisti. E come potrebbero, non c’è nessuna cellula fascista nel Dna. I fascisti sono un prodotto della cultura, della storia, della politica. I fascisti li crea l’ingiustizia, la povertà, la disorganizzazione sociale, il pauperismo, la discriminazione razziale, le guerre; i fascisti li creano i paesi sottosviluppati, i paesi del  terzo mondo, i paesi infestati di lordura morale e di malavita; i fascisti li crea una cultura inumana, repressiva, schiavista, anti-democratica, socialmente invivibile, e cioè le monarchie, le religioni, le così chiamate “democrazie”, il capitalismo, il governo e i pifferi che sono al servizio di queste macchine di sfruttamento e d’iniquità sociale. I fascisti nascono in questo orrore sociale: è la loro fonte ispiratrice.

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La sbobba mentale giornaliera del Paese delle meraviglie

1) Una politica incapace e depravata

2) Una trash tivù

3) Tasse e nuove tasse, disoccupazione e ancora disoccupazione, spread

4) Un costante brulichio su tutto il territorio di nuove combriccole gangsteristiche pronte a scagliarsi su un popolo ormai morto di fame

5) Un’accozzaglia di rumori acustici che percorre il Paese da cima a fondo

6) Ogni cittadino/a, in questo posto benedetto da Bogududù, suona a se stesso il proprio mandolino

6) Un fondamentalismo papista e picchia petto

7) Uno sport inficiato da imbrogli e corruzione fino al midollo

8) Una cronaca nera che più nera non si può

9) E mafia, mafia e ancora mafia su tutto il tessuto nazionale

10) E guerre in medio Oriente, e terrorismo psicologico e sviolinate a non finire

11) E le storielle romantiche? Ah sì, queste non mancano mai

12) E neppure i cantautori che urlano ”ammore ammore”

13) E poi ci sono i duri a morire che implorano: “Un filo di speranza, per favore, prometteteci solo un filo di speranza”

14) “Solo dopo la morte,” si sente una voce cavernosa dire

15) “Amen!,” fa un’altra

E voilà la sbobba giornaliera impartita a questo popolo meraviglioso.

 

 

 

Oggi, nel 2012, si crede unicamente per tre ragioni:

per ignoranza

per paura e

per convenienza.

A quale, di queste tre credenze, appartieni tu, lettore? In nessuna? Non dirmi!?

 

Il tuo candidato, popolo, è Spartaco!

Popolo!, vuoi cambiare, una volta per tutte, vuoi cambiare una politica triste, annosa, marcia, malata, troiaia, squallida, cancerogena, che si è nutrita sempre del suo egoismo, della sua volontà di potenza, della sua voglia di creare falsi valori, falsi ideali, false ideologie, false democrazie; insomma, vuoi tu popolo cambiare una politica corrotta, mafiosa, discriminante, imperialista, machiavellica, faraonica, filopapale, criminalmente legalizzata, piramidale, scialacquatrice, stolta, ottenebrante, stragista, capitalistica, menefreghista, sfruttatrice, egoista, improduttiva, miope, occultatrice, bigotta, assassina, inutile, peggiocratica, disastrosa, maschilista, antiprogresso, inumana, retrograda, oziosa, incapace, guerrafondaia, fondamentalista, chiacchierona, liberalista, fannullona, massonica, tangentocratica, partitocratrica, razzista, fascista, superficiale, irresponsabile, immorale, nichilista, e chi più ne ha più ne metta, vuoi tu, popolo, dunque, vuoi tu per davvero cambiare una tal politica, un tale insulto istituzionale e umano? Se vuoi puoi, amico mio, ed è anche semplice, molto semplice, basta solo votarmi e il gioco è fatto!

Ah!, dimenticavo, dimenticavo di dirti il nome del nostro partito. Eccolo: P. A. A. A.: Partito Anti. Anti. Anti.


 

Per un’arte di vivere

Una delle nostre tesi sull’ “arte di vivere” è che non possiamo né vivere né morire con la verità degli altri: né con quella dei filosofi, né con quella degli scienziati e tanto meno con quella dei mistici. Dobbiamo, siamo obbligati se vogliamo una vita nostra, una vita che ci appartiene, una vita che ce la siamo scolpita noi, una vita degna di essere vissuta, dobbiamo sforzarci a crearci una nostra filosofia esistenziale, non importa quanto piccola o grande, purché sia nostra, perché solo questa ci conferma una nostra personalità, umanità e che non siamo vissuti invano.

 

La conoscenza ha sapore d’immortalità

“He who the most knows, the most lives – Colui che più sa, più vive” – diceva William Blake. E qui non stiamo parlando di una conoscenza da bibliotecario, ermeneutica, fine a se stessa. Stiamo parlando di una conoscenza sana, propria di persone per cui il sapere è l’alito della vita. Colui che più sa più vive è l’equazione esistenziale di ogni tempo. Chi non può darsi una risposta di duemila anni di storia, diceva Goethe, che viva pure nelle tenebre. Oggi diremo, colui che non può darsi una risposta scientifica di quindici miliardi di storia dell’universo, che viva pure nelle più profonde tenebre. “Fatti non foste a vivere come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza,” e per una volta dice bene il vecchio Dante. La conoscenza, una conoscenza sana e non adulterata e oscurantista, è il supremo bene, il valore più nobile che un essere umano possa conseguire. Di più. È un balsamo!

 

LA FIAT DALL’ITALIA NON SI TOCCA!

Un capitalismo mascalzone e rapinatore

Ad uno, a volte, quando non riesce a dormire, può venire la voglia di pensare, di fare una riga di conti, insomma, si chiede, come mai, dal 1899, quando è stata costruita la prima automobile Fiat, fino ad oggi, 2012, come mai i lavoratori di questa industria sono rimasti lavoratori, cioè poveri, mentre i padroni sono rimasti padroni e si sono fatti anche arcimiliardari? In termini umani non si trova una risposta, in termini di giungla sociale sì.

L’azienda automobilistica italiana, la Fiat, a mio modo di vedere, e io non sono un esperto, sono un lavoratore, non ha e non dovrebbe avere altro destino oltre a quello italiano. La ragione è semplice: appartiene all’Italia, cioè al popolo italiano e soprattutto ai lavoratori della Fiat, quindi non alla famiglia Agnelli anche se l’ha fondata. Le ragioni per questa affermazione sono diverse. Vediamone solo alcune.

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Più so più vivo e la filosofia

Il filosofo, se è un filosofo, è suo compito dare una chiave di lettura del mondo e della vita. Non una chiave di lettura di un mondo codificato, misterioso, romanzato, esoterico, idealizzato. Questa lettura del mondo chiunque può darla, basta solo un pizzico d’immaginazione, voglia di raccontare favole, un po’ di audacia e il gioco è fatto. Al filosofo filosofo questo modo di intendere il mondo non piace. Lui vuole capire e far capire il mondo per com’è e non per come si vuole che sia. E, per capirlo, prima lo scompone, poi lo ricompone e, poi, una volta capiti i suoi ingranaggi, i pezzi che lo costituiscono, una volta intuiti i punti oscuri, afferrato le nuances, le sfumature, insomma, una volta capito il “sistema mondo”, cioè il mondo fisico e il mondo culturale, allora e solo allora si limita a parlarne.

La nostra “arte filosofica”, dunque, consiste proprio in questo: smontare e rimontare il mondo, cercare di chiarirlo, capirlo, illuminarlo come meglio si può. In seguito, una volta chiaro il “sistema mondo”, provare a vivere nel migliore dei modi possibili in esso. Potenziare e realizzare il massimo di noi stessi, dovrebbe essere implicito in ogni pensiero filosofico.

Naturalmente, ognuno, una volta che ha afferrato come funzionano le cose, è libero, deve sentirsi libero, libero di scegliere ciò che più si addice alla sua biologia, psicologia, educazione; al suo temperamento, ambizione, carattere e, infine, alla sua personale visione del mondo e della vita. Non si può vivere con la verità degli altri e tanto meno con quella dei filosofi.

 

 

Viviamo in un paese di killer legalizzati

La vita di un operaio per l’Inail (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) vale solo 1.900 euro.

“Chissà,” scrive il cronista del giornale comunista online Contropiano.org, “se mentre firmava la proposta di risarcimento gli sarà salito un moto di vergogna in faccia al funzionario che ha stabilito in 1.900 euro il “prezzo giusto” per un operaio morto in fabbrica la notte del terremoto in Emilia. Probabilmente no. Non si sarà vergognato perché esistono delle tabelle fissate dalla legge (del 1898), scritta da gente che non ha mai corso il rischio di morire se non di eccessi goderecci (ci scorrono davanti agli occhi, mentre scriviamo, le immagini dei festini del Pdl laziale; ma nel parlamento dei “nominati” lo spettacolo non è stato dei migliori, negli ultimi 20 anni). E quindi si sarà detto “sto solo obbedendo agli ordini”. O peggio ancor “in fondo io sono solo uno che qui ci lavora, che cosa posso mai fare?”.
Qui sta la differenza tra uomini e no. Un uomo, di fronte alla mostruosità che doveva portare la sua firma, si sarebbe fermato, avrebbe interrogato criticamente i suoi superiori; e infine si sarebbe rifiutato di mettere il proprio nome in calce a un’infamia. Non gli sarebbe successo nulla di grave, nessuno l’avrebbe licenziato per questo gesto. Non l’ha fatto. 
L’episodio è di una gravità incommensurabile, al di fuori di ogni immaginazione. Persino Il Sole 24 Ore, organo di Confindustria, ha avuto un moto di orrore. Almeno questo…
”

Se non facciamo qualcosa in questo paese senza cuore, senza anima e senza testa, governato solo dal suo egoismo becero e bestiale, ognuno di noi lavoratori finirà i suoi giorni col suo culetto pieno di merda. Detto diversamente, schiatterà affogherà morirà tirerà le cuoia nella sua stessa puzza.

 

 

Immortalità plurime

L’uomo, da quando è diventato uomo, ha sempre dato la caccia all’immortalità. Le sue fughe dalla realtà sono infinite e continuano ad esserlo. La paura della morte lo porta ad inventarsi ogni genere di espedienti pur di alleviare il pungolo finale. Nessun’altra specie al mondo può competere con lui quando si tratta di escogitare nuove idee e nuovi idoli al fine di esorcizzare la realtà. Investe il meglio di sé nell’avventura mentale dell’aldilà. Niente da dire, l’uomo è una creatura eccezionale.

Io, in questi incontri sull’ “Immortalità plurime” del martedì sera, parlerò di conoscenza, di credenza, di verità coerenti e di verità fattuali, dello spirituale religioso e dello spirituale fisico, dell’uomo e dell’universo, di vita e di immortalità, ma soprattutto parlerò di quest’ultima: l’immortalità.

Non voglio, e poi non sarei neppure all’altezza d’inventarmi altri mondi, altre fughe, altri ozi mentali, voglio solo confrontarmi col mondo in cui vivo e per com’è. Dimostrerò, dunque, nei miei “incontri culturali”, che ci sono diversi tipi di immortalità e queste immortalità non sono favole nate e create dall’immaginario, ma sono fenomeni reali, tanto reali quanto lo sono le pietre e l’universo in cui viviamo.

La conoscenza, non l’ignoranza ma la conoscenza, ha sapore d’immortalità. Allora, per chi vuole amoreggiare e baciare l’eterno, a presto!

 

Una bella vecchiaia va conquistata

Non necessariamente come si conquista la cima d’una montagna o la vittoria d’un giro ciclistico, ma va conquistata col sudore del cervello e non solo con quello dei muscoli. Non sto dicendo che l’alpinista e il ciclista non abbiano cervello, per nulla, ma si deduce che chi investe molto tempo per raggiungere certi scopi poi gliene rimane molto meno per altri.

La vecchiaia va conquistata con l’intelligenza, con lo studio, con il rispetto della vita, con l’organizzazione del proprio tempo, con la sensibilità, con la lettura, in breve, con l’arte di vivere.

Scrive riguardo alla lettura Ursula Le Guin ne “Il linguaggio della notte”: “Leggiamo i libri per scoprire chi siamo. Che cosa fanno, pensano e sentono altre persone, reali o immaginarie, o che cosa hanno fatto, pensato e sentito, o che cosa potrebbero fare, pensare e sentire, è una guida fondamentale per poter comprendere che cosa siamo e potremmo diventare noi stessi… E la persona che non avesse mai sentito raccontare e letto un racconto, un mito, una parabola, o una storia, rimarrebbe ignara delle altezze e degli abissi dei suoi stessi sentimenti e del suo spirito.”

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Le tappe della vita

Lo psicologo svizzero, Carl Gustav Jung, e dopo di lui tanti altri studiosi, ci parlano delle tappe della vita. Jung ne ha elencate 4, altri di più, noi ne elenchiamo 6: 1) l’infanzia, 2) la giovinezza, 3) la maturità, 4) la mezza età, 5) il crepuscolo, 6) la vecchiaia, e ci fermiamo qui. Lasciamo perdere ora le prime 3 e le ultime 2 e diciamo qualche parola, solo qualche parola, sulla mezza età che si situa tra i 35 e i 45 anni. Cosa vuol dire, dunque, la mezza età? Intanto c’è, in questo periodo della vita, la crisi della mezza età che è una specie di terremoto esistenziale, cioè prendiamo coscienza che abbiamo già vissuto “la bella metà” della nostra vita e che ci resta ancora da vivere, se tutto va bene, la seconda metà con tutti i suoi problemi di salute e di impotenza ecc. Fermiamoci qui anche con “la crisi della mezza età” e diciamo ancora due parole, solo due parole, sulla mezza età storica, politica, economica. (altro…)

Alla scoperta di noi stessi

Stai cercando, lettore, tra la ricca scelta di corsi che offre l’Università Popolare Biellese, il tuo? Non dovrebbe essere difficile trovarlo. Comunque, se cerchi un corso di lingua, di informatica, di tecnologia, di didattica, il problema non esiste, ma se cerchi un corso, per esempio, sullo sviluppo spirituale (che in realtà non è un “corso”, ma un “incontro culturale”, c’è una bella differenza tra i due: il primo si limita ad una conoscenza tecnica, il secondo ad una conoscenza filosofica), allora dovrai fare un piccolo sforzo, dovrai scavare dentro di te, ascoltare i richiami del tuo cuore, le tue motivazioni e i tuoi interessi più profondi, e poi, solo poi, potrai scegliere, nella ricca gamma che ti offre l’Università, quello che più si addice alla tua anima. È importante, anzi è capitale scoprire veramente quello che ci interessa nella vita e poi cercare di coltivare questa fonte, questa nostra ricchezza interiore. Good luck!